Giovani

Posted by : | On : 22-06-2013 | Comments (0)
E’ iniziato uno dei periodi più belli dell’anno per un prete che, nel profondo dell’anima, resta un “animale da cortile” (definizione che qualifica il prete che sta in mezzo ai ragazzi nel cortile dell’Oratorio, coniata da un salesiano molto in gamba). L’estate porta con sé il Grest e i campi, momenti educativi ineguagliabili, dove bambini, ragazzi, adolescenti e giovani possono vivere davvero un’esperienza di comunione e di servizio. In questi giorni, quindi, il Signore mi concede il privilegio di vivere a stretto contatto con la gioventù, di vedere all’opera i nostri ragazzi dai 14 ai 18 anni, di osservarli mentre passano le mattine a preparare meticolosamente le attività pomeridiane, mentre sudano e si entusiasmano sotto il sole pomeridiano, mentre con delicatezza materna si preoccupano del bambino che tende ad isolarsi o medicano quello che è caduto e si è sbucciato il ginocchio. Sono uno spettacolo, questi ragazzi! Spesso abbiamo un’idea dei giovani negativa, li vediamo come un problema. Certo, qualche volta è così: oltre a quelli che sudano a servizio degli altri, ci sono anche quelli che bighellonano tutto il giorno trascinandosi da un locale all’altro oppure fanno di peggio nelle zone un po’ più defilate. Ma perché non vedere tutti quelli entusiasti, desiderosi di cambiare il mondo, capaci di generosità, quelli che fanno volontariato? Perché non si prova ad ascoltarli, questi giovani, invece di offrire sempre ricette preconfezionate...

25° di sacerdozio di don Roberto

Posted by : | On : 16-06-2013 | Comments (0)
25° di sacerdozio di don Roberto
Auguri don Roberto! Don Roberto Pandolfi ha festeggiato i 25 anni di sacerdozio: il nostro Parroco, infatti, è stato ordinato sacerdote l’11 giugno 1988.  La nostra comunità ha ricordato questo importante anniversario domenica 16 giugno alla S. Messa delle ore 10.00, concelebrata da don Titino, don Roberto Bartesaghi e don Enea. Moltissimi i parrocchiani presenti, che hanno manifestato a don Roberto la loro riconoscenza per il ministero svolto e soprattutto per aver trovato in lui un vero padre e pastore.     Servire, stupirsi, sperare, sorridere Da parte sua, don Roberto ha incentrato l’omelia sulla figura del sacerdote, evidenziando quattro verbi che dovrebbero costituire altrettante parole d’ordine per ogni prete: anzitutto servire, perché ogni sacerdote è chiamato a servire Dio e i fratelli. Poi stupirsi: delle meraviglie che il Signore semina nella nostra vita, ma anche delle cose brutte, perché di fronte al male non si può restare indifferenti, ma è giusto scandalizzarsi.  Sull’esempio di Gesù che, come narra il Vangelo di questa domenica, perdona la peccatrice, il prete deve inoltre sperare per poter a sua volta dare speranza agli altri e offrire un’altra opportunità a chi ne ha bisogno. E infine sorridere: perché un vero annunciatore della Buona Novella non può presentarsi con il broncio!   Benedicat tibi Dominus! Dopo la Comunione i bambini e i ragazzi presenti hanno intonato la Benedizione di S. Francesco a Frate...

Mendicanti: racket, sensi di colpa e… altro

Posted by : | On : 15-06-2013 | Comments (0)
“Devo comperare il latte per il bambino”, “devo comperare le medicine”, “mia moglie è incinta”, ”ho i bambini ammalati perché viviamo in un camper”, “mi occorrono i soldi per tornare al mio paese”, “mi occorrono i soldi per il permesso di soggiorno”, “sono un profugo”, “dammi i soldi per un caffè”, “non mangio da tre giorni”, “non ho i soldi per il dormitorio”, “ho bisogno dei soldi per andare a Cantù dove devo iniziare a lavorare”, “lunedì inizio a lavorare, ma ho bisogno di soldi per tirare fino a lunedì”. Potrei continuare con altre forme di richiesta con le quali un prete ha quotidianamente a che fare: in qualche caso si tratta di ricatti morali e anche di vere e proprie minacce; per incontrare i “mendicanti” io non ho affatto bisogno di andare in centro! Ogni giorno almeno dieci o quindici suonano il mio campanello. Venerdì 7 giugno, primo venerdì del mese, come di consueto porto la Comunione agli ammalati della parte “bassa” della Parrocchia: piazza del Popolo, via Lega insurrezionale, via dei Partigiani… Si era in piena polemica nei confronti di quanti chiedono in varie modalità l’elemosina in centro città, si stavano effettuando i primi controlli, che stavano portando già notevoli frutti… E infatti un primo frutto è stato quello di farmi incontrare ben sette zingari (giovani uomini e donne tutti in età lavorativa, con annessi bambini) che stavano battendo a tappeto le suddette vie fermando tutti...

Forse non tutti sanno che…

Posted by : | On : 08-06-2013 | Comments (0)
Stiamo vivendo un momento difficile, non è una novità. Il lavoro che manca, le famiglie (quelle normali, che non navigavano nell’oro, ma che si barcamenavano dignitosamente) che hanno sempre meno possibilità materiali di “consumare”: tutto questo mette in una situazione psicologica di grande fragilità. Sembra di sentire la mia professoressa di storia al Liceo quando ci spiegava la grande insicurezza psicologica che coinvolse tutta l’Europa a cavallo tra 1400 e 1500: anche allora cause economiche, politiche e spirituali si intrecciavano per creare una profonda inquietudine, un senso di incertezza, una paura di fondo. Il contatto con nuovi popoli, la presenza ciclica e tragica della peste completavano il quadro di un’epoca che stava giungendo alla fine. Mettendo, come sempre, le basi per la nascita di un’altra non necessariamente peggiore. In ogni epoca di transizione sono stati commessi errori da parte di chi aveva le leve del potere, errori che hanno portato lutti e distruzioni, impoverimento e reazioni violente. Ma la storia ha insegnato qualcosa? L’uomo imparerà mai dal passato? Si ripete spesso, in questi tempi, che gli statisti non guardano alle prossime elezioni, ma alle prossime generazioni. Se questa massima è vera dovremmo concludere di essere stati governati per decenni da un mucchio di non-statisti (lascio a voi un’eventuale altra definizione). Per carità, tutti saranno stati mossi da intenzioni filantropiche, qualcuno anche da intensi sentimenti...

Papa Francesco e le chiacchiere

Posted by : | On : 04-06-2013 | Comments (0)
“A te che importa?” Papa Francesco ha svolto la sua omelia durante una S. Messa celebrata recentemente a S. Marta partendo da questa domanda rivolta da Gesù a Pietro che si era immischiato nella vita del discepolo Giovanni, “quello che Gesù amava”. Pietro, ha sottolineato il Pontefice, ha “un dialogo d’amore” con il Signore, ma poi il dialogo “è deviato su un altro binario” e soffre anche lui una tentazione: “mischiarsi nella vita degli altri”. Detto più “volgarmente”, ha osservato il Papa, Pietro fa il “ficcanaso”. Troppe chiacchiere, anche tra i cristiani! Francesco si è dunque soffermato su due modalità di questo mischiarsi nella vita altrui. Innanzitutto, “la comparazione”, il “compararsi con gli altri”: questo ci porta all’amarezza e anche all’invidia, ma “l’invidia arrugginisce la comunità cristiana”, le “fa tanto male”, il “diavolo vuole quello”. La seconda modalità di questa tentazione, ha soggiunto, sono le chiacchiere: si comincia con “modalità tanto educate”, ma poi si finisce “spellando il prossimo”. “Quanto si chiacchiera nella Chiesa! Quanto chiacchieriamo noi cristiani! La chiacchiera è proprio spellarsi, eh? Farsi male l’un l’altro. Come se volesse diminuire l’altro, no? Invece di crescere io, faccio che l’altro sia più basso e mi sento grande. Quello non va! Sembra bello chiacchierare… Non so perché, ma sembra bello. Come le caramelle di miele, no? Tu ne prendi una –...

Un uomo di nome Francesco/2

Posted by : | On : 01-06-2013 | Comments (0)
Folla fino in via della Conciliazione. I commentatori che sottolineano la straordinarietà numerica di questa presenza. Mi viene in mente la domanda che Gesù rivolge, nel Vangelo di Giovanni, ai primi “potenziali” discepoli: “Che cercate?”. Già. Che cosa cercano ogni settimana centinaia di migliaia di persone che vanno dal Papa? Gesù, nel capitolo 6° del Vangelo di Giovanni, pronuncia parole amare riguardo alle reali intenzioni delle folle: “Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.” La moltiplicazione dei pani e dei pesci aveva riempito le pance e allora si va dietro a questo Gesù, organizzatore di “catering” ante litteram. Le folle che cercano il Papa non hanno bisogno di essere sfamate gratis. Accennavo, nella precedente riflessione, all’esigenza di incontrare una persona coerente, un uomo autentico che crede in Cristo e mette in pratica quello in cui dice di credere. Forse, poi, non si è così propensi a mettere in pratica i suoi inviti e i suoi esempi: proviamo a pensare quanti di noi, dopo l’approvazione incondizionata delle parole di Papa Francesco riguardo alla povertà della Chiesa e l’ammirazione per l’esempio di povertà da lui offerto, sono capaci di andare in giro con le scarpe risuolate. Oppure non comperano nuovi pantaloni finché non si sono consumati quelli vecchi. Ritengo, comunque, che un bisogno forte dell’uomo sia quello di provare emozioni. Le emozioni intense...