Pazienza

Posted by : | On : 25-01-2014 | Comments (0)
Qualche anno fa è uscito un libro di don Bruno Maggioni dal titolo “La pazienza del contadino”, titolo che sintetizzava un aspetto presente in diverse parabole narrate da Gesù. Essere pazienti, aspettare con fiducia i frutti. Un po’ come il  padrone di quel fico che non ne voleva sapere di produrre fichi. Il fattore vorrebbe tagliarlo, ma il padrone lo invita a pazientare, a mettergli ancora un po’ di concime, a lasciarlo lì ancora un po’ di tempo… E’ lo stile di Dio con noi: da quanto tempo è paziente nei nostri riguardi e ci offre un’occasione dopo l’altra per cambiare? Dovrebbe essere anche il nostro stile nei confronti di noi stessi e degli altri. Anche solo per interesse. Spesso, infatti, l’impazienza provoca delusioni cocenti. Il voler vedere subito i frutti, la realizzazione immediata di un progetto, l’esecuzione subitanea di un ordine, l’esaudimento di un desiderio in tempi brevissimi: alla fine tutto questo rischia di rovinarci la vita. E qualche volta pretendiamo che anche Dio si sbrighi nell’accontentarci! Forse abbiamo perso la capacità di essere costanti per lungo tempo, tenaci, con quella caparbietà che riesce a far dosare gli sforzi, così da percorrere lunghissime distanze. Siamo più portati a correre i cento metri piuttosto che la maratona. Chissà, forse abbiamo la percezione inconscia della brevità di questa nostra vita terrena, sentiamo che il tempo ci sfugge tra le dita, siamo consapevoli di avvicinarci, nostro malgrado,...

Umiltà

Posted by : | On : 18-01-2014 | Comments (0)
“Humus”, “homo”, “humilitas”: la sequenza di queste tre parole latine ci fa capire che la virtù più tipica dell’uomo dovrebbe essere l’umiltà, perché è la più conforme al suo essere fatto di terra.  Spesso confondiamo questa virtù con la disistima di sé ( reale o presunta), tipica di chi non riconosce le proprie  capacità e potenzialità e sembra trovare soddisfazione solo nel disprezzo di sé stesso. E tuttavia quando questa disistima è falsa possiamo parlare di “umiltà pelosa” (così la definiva il nostro Padre spirituale in Seminario), cioè superbia travestita. Infatti come l’adolescente (e se ne incontrano di ogni età!) ha bisogno assoluto di essere al centro dell’attenzione e per questo può urlare, strepitare, esagerare (dietro a tanti coma etilici c’è proprio questo) oppure piagnucola, sta in disparte, si isola, fa la vittima così il superbo afferma senza pudore la propria (presunta) superiorità (ha sempre ragione, gli altri sono tutti incapaci, lui ha la soluzione per tutto, dal campionato di curling alla politica statunitense) oppure si pone sotto tutti gli altri così da attirarsi i complimenti e le lodi (che segretamente pensa già di meritare) per la modestia e l’umiltà. C’è poi chi, sfiorando la patologia ( e, qualche volta, finendoci) ha reale disistima di sé, al punto da negare  l’evidente presenza di caratteristiche positive nella sua persona, davvero convinto di non averne neppure una. Essere umili, dunque,...

Ricordati che devi morire

Posted by : | On : 11-01-2014 | Comments (0)
Sembrerebbe così ovvia e scontata… E invece la morte non rientra quasi mai tra i nostri programmi futuri, o, almeno, tra quelli su cui ci soffermiamo con piglio decisamente organizzativo e con una qualche compiacenza. Eppure, lo sappiamo benissimo, la morte può arrivare in qualunque momento, può sorprenderci nel sonno o ghermirci durante una bella sciata. E non è meno impressionante quella lungamente attesa (e forse anche un po’ invocata), che arriva dopo una lunga sofferenza. La morte lascia sgomenti quelli che restano vivi, creando una paura, un’angoscia che porta ad evitare di pensarci. Pensiamoci, invece! Anche solo per vivere meglio il tempo che abbiamo. Non occorre essere cristiani per arrivarci. Se dobbiamo morire sarà il caso di sfruttare ogni istante della vita che ci è data per… E qui sì entrano la fede, la religione, le filosofie, i valori e i principi che regolano la nostra vita ed ispirano le nostre scelte: come la riempiamo questa vita? Dipende anche da che cosa pensiamo che ci sia “dopo”. Ogni tanto mi piace (e so che è un pensiero segreto di molti) pensare al mio funerale: chi ci sarà? E, soprattutto, che cosa diranno di me? Chissà se sarà anche lì un momento pieno di frasi fatte, di circostanza (le “condoglianze” fatte con voce triste e faccia tirata, possibilmente con occhiali scuri per non far vedere che non si piange), chissà se ci saranno ricordi ufficiali un po’ ipocriti  (si sa che quando si nasce son tutti belli, quando ci...

A Dio, don Titino!

Posted by : | On : 05-01-2014 | Comments (0)
A Dio, don Titino!
Il 5 gennaio 2014 è morto don Giambattista Levi, per tutti don Titino. Parroco di Prestino per 40 anni e presidente della cooperativa editrice de “Il Settimanale” fin dalla sua fondazione, don Titino risiedeva a S. Giuliano da quasi 10 anni.   La camera ardente è allestita presso la Parrocchia di Prestino.   La comunità di S. Giuliano ricorderà don Titino con un S. Rosario lunedì 6 gennaio alle ore 18.45 in chiesa.   Le esequie si terranno mercoledì 8 gennaio alle ore 14.00 a Prestino.

Orari SS. Messe dal 7 gennaio 2014

Posted by : | On : 05-01-2014 | Comments (0)
Orari SS. Messe dal 7 gennaio 2014
Ecco i nuovi orari delle SS. Messe   Lunedì:  ore 9:00  Martedì: ore 7:00  Mercoledì, Giovedì e Venerdì: ore 9:00    Sabato: ore 18:00 (Prefestiva) Domenica: ore 10:00 e 18:00

Bilanci

Posted by : | On : 03-01-2014 | Comments (0)
Quando inizia un anno nuovo è normale fare i bilanci di quello appena finito. Gli avvenimenti e i personaggi più importanti vengono riproposti perché possano fissarsi meglio nella memoria. Già, la memoria. Spesso la nostra è labile, probabilmente perché non è più esercitata. E non mi riferisco alla quasi totale mancanza di testi da studiare “a memoria” a scuola o a catechismo, ma a qualcosa di molto più profondo. Viviamo nel presente, nell’immediatezza, nell’emozione del momento. Facciamo fatica a ricordare il passato perché non l’abbiamo interiorizzato, non l’abbiamo gustato, assaporato, ruminato. Eppure sarebbe così importante arricchire il nostro presente e il nostro futuro con gli elementi preziosi che il tempo trascorso ha donato alla nostra vita. Propongo un esercizio facile, ma che richiede un po’ di dedizione. Bisogna trovare un paio d’ore di tempo (magari diluite in tre o quattro giorni), munirsi di un quaderno e di una penna e cominciare a pensare all’anno appena trascorso, supportati dall’agenda appena riposta nel cassetto. Partendo da gennaio e arrivando fino a dicembre, bisogna far tornare alla mente situazioni piccole e grandi che abbiamo vissuto, il bene e il male che abbiamo fatto, le persone che abbiamo incontrato, annotando tutto sul quaderno. Per chi non è credente il compito si ferma qui, nel riconoscere una quantità di cose e persone positive che rischiavano di finire nel dimenticatoio (quelle negative, chissà perché, tendiamo...