Umiltà

Posted by : | On : 18-01-2014 | Comments (0)
“Humus”, “homo”, “humilitas”: la sequenza di queste tre parole latine ci fa capire che la virtù più tipica dell’uomo dovrebbe essere l’umiltà, perché è la più conforme al suo essere fatto di terra.  Spesso confondiamo questa virtù con la disistima di sé ( reale o presunta), tipica di chi non riconosce le proprie  capacità e potenzialità e sembra trovare soddisfazione solo nel disprezzo di sé stesso. E tuttavia quando questa disistima è falsa possiamo parlare di “umiltà pelosa” (così la definiva il nostro Padre spirituale in Seminario), cioè superbia travestita. Infatti come l’adolescente (e se ne incontrano di ogni età!) ha bisogno assoluto di essere al centro dell’attenzione e per questo può urlare, strepitare, esagerare (dietro a tanti coma etilici c’è proprio questo) oppure piagnucola, sta in disparte, si isola, fa la vittima così il superbo afferma senza pudore la propria (presunta) superiorità (ha sempre ragione, gli altri sono tutti incapaci, lui ha la soluzione per tutto, dal campionato di curling alla politica statunitense) oppure si pone sotto tutti gli altri così da attirarsi i complimenti e le lodi (che segretamente pensa già di meritare) per la modestia e l’umiltà. C’è poi chi, sfiorando la patologia ( e, qualche volta, finendoci) ha reale disistima di sé, al punto da negare  l’evidente presenza di caratteristiche positive nella sua persona, davvero convinto di non averne neppure una. Essere umili, dunque,...