Conflitti e unità

Posted by : | On : 30-08-2014 | Comments (0)
Come anticipato, mi rifaccio oggi alle parole del Papa, che parla dei conflitti e del giusto modo di affrontarli. Lo fa dal n. 226 al n. 237 dell’ “Evangelii gaudium”. Dice il Papa: “Il conflitto non può essere ignorato o dissimulato. Dev’essere accettato. Ma se rimaniamo intrappolati in esso, perdiamo la prospettiva, gli orizzonti si limitano e la realtà resta frammentata. Quando ci fermiamo nella congiuntura conflittuale, perdiamo il senso dell’unità profonda della realtà”. Sembra proprio che si riferisca a due categorie di persone: quelle che evitano ogni conflitto, non ascoltano l’altro, fanno finta di niente, tanto prima o poi l’altro si stanca, adottano la tecnica del muro di gomma, sono capaci solo di colpire alle spalle quando tutto è tranquillo e quelle che vivono di conflitti, che hanno bisogno di un nemico per affermare la propria personalità insicura, a cui non va mai bene niente degli altri parchè in realtà sono profondamente delusi di se stesse. Sono gli estremi, che rendono sempre molto difficile risolvere situazioni che, nel merito, esigevano invece un intervento tipico delle persone mature e sagge. Continua, infatti, il Papa: “Di fronte al conflitto, alcuni semplicemente lo guardano e vanno avanti come se nulla fosse, se ne lavano le mani per poter continuare la loro vita. Altri entrano nel conflitto in modo tale che ne rimangono prigionieri, perdono l’orizzonte, proiettano sulle istituzioni le proprie confusioni e insoddisfazioni...

I giovanissimi della Parrocchia a Baruffini

Posted by : | On : 30-08-2014 | Comments (0)
I giovanissimi della Parrocchia a Baruffini
  Dal 20 al 26 luglio i ragazzi dalla I alla III superiore hanno vissuto l’esperienza del campo estivo a Baruffini, frazione di Tirano (SO): eccoli ritratti con i loro educatori e don Roberto alle prese con i fornelli, nei momenti di riflessione e di svago.        

Comunione nelle differenze

Posted by : | On : 23-08-2014 | Comments (0)
Quando uno è stato in Terra Santa non può più essere indifferente ai conflitti. E non parlo solo del conflitto sanguinoso che divide due popoli. Parlo anche dell’altro conflitto, non cruento (salvo il venire alle mani ogni tanto e darsele di santa ragione), che vede protagonisti i cristiani in Palestina: pochi, ma divisi su tutto. Cattolici, ortodossi, armeni e chi più ne ha più ne metta riescono ad offrire uno spettacolo deprimente a chi vorrebbe contemplare la tunica indivisa di Gesù o, almeno, una pacifica e cordiale convivenza nei luoghi più santi della cristianità. Ma è possibile veramente evitare che ci siano conflitti? Anzi, è giusto evitare i conflitti? Non sarebbe come cedere all’omologazione, pretendere che tutti la pensino allo stesso modo, in attesa che arrivi davvero qualcuno che imponga a tutti le proprie idee? Se nessuno ha il coraggio di dissentire tutto diventa estremamente facile per chi gestisce il potere, sia esso politico, economico o ecclesiastico. Sì, perché il potere costituisce una tremenda tentazione: ti fa credere superiore agli altri, detentore  della verità che coincide sempre con quello che pensi tu, gli altri sono declassati a meri esecutori dei tuoi comandi, diventi incapace di ascoltare, elimini il dissenso, perché a te basta essere in tua compagnia. Anche Dio diventa superfluo perché sei tu un dio. Un uomo o una donna di potere deve combattere con tutto questo. La storia biblica ci insegna che proprio per aiutare i potenti...

Greta, Vanessa e Stefano

Posted by : | On : 16-08-2014 | Comments (0)
Greta Ramelli, 20 anni, e Vanessa Marzullo, 21 anni, sono le due cooperanti italiane rapite in Siria. Scrivo in data 10 agosto e spero che quando questa riflessione sarà pubblicata la vicenda si sia felicemente conclusa. Stefano Clerici è assessore alla tutela ambientale al Comune di Varese. E’ un uomo coraggioso, che ha scritto quello che tanti pensano, ma non hanno il coraggio di scrivere: “Ora mi chiedo: per le due sprovvedute (sarò diplomatico) partite per farsi i selfie tra i ribelli siriani è giusto che si mobiliti la diplomazia internazionale? Sì, per carità. Ma che addirittura si ipotizzi il pagamento di un riscatto a spese nostre? Io lo farei eventualmente pagare ai loro ancor più sprovveduti genitori. Umanamente mi dispiace, ma con la guerra non si scherza e da bambine è bene che non si giochi alle “piccole umanitarie”, ma con le barbie. Perché se parti con l’incosciente presunzione di risolvere un problema e poi, paradossalmente, il problema diventi tu, non può essere la collettività a pagarne il prezzo. Ora speriamo solo che tornino a casa sane e salve, che imparino la lezione e che tacciano, perché l’idea che due ragazzine siano in mano a dei terroristi islamici senza alcuno scrupolo mi fa gelare il sangue nelle vene”. Quest’ultima affermazione dovrebbe fugare ogni dubbio sull’appartenenza dell’assessore ad una specie animale dal sangue caldo e, più precisamente, alla specie umana. Ad una specie umana che è infastidita dagli ideali...

Pellegrini o turisti?

Posted by : | On : 09-08-2014 | Comments (0)
C’è UN TERMINE che mi lascia sempre molto perplesso: “turismo religioso”. Quando lo sento mi viene in mente il detto “in mancanza di cavalli fanno trottare gli asini”, cioè mi sembra che ci sia dietro una vaga voglia di accontentarsi, di vedere come positivo il fatto che comunque nelle chiese ci va qualcuno, che comunque tanti vengono a contatto con il cristianesimo attraverso l’arte e quant’altro… E va bene. Mi fa ancora più pensare quando si parla di turismo religioso a proposito di santuari o luoghi molto particolari, come Lourdes, Assisi, la Terra santa. Come si fa, mi chiedo, ad andare da turisti in questi posti? Purtroppo devo spesso arrendermi all’evidenza davanti alla barbarie spirituale e umana di tanti gruppi in piena “caciara” a san Damiano o all’Eremo delle carceri o ai costumini da spiaggia sfoggiati da tante davanti alla grotta di Lourdes o al desiderio di un’esperienza esotica, dove i datteri sono importanti almeno quanto il Getsemani in Terra santa. Riesco ancora a rimanere sconcertato davanti a tutto questo. E i ricordi negativi si intensificano in questi giorni. Stiamo partendo per la Terra santa: con quale spirito? Qualche giorno fa una persona mi ha detto che vedeva quasi come una profanazione il nostro pellegrinaggio in questi giorni di guerra. Certo, sarebbe una profanazione se andassimo da turisti. Il turista farebbe bene a rimanere a casa, a cercare qualche altra meta esotica (le piramidi egizie andrebbero benissimo). Il pellegrino...

Guerra e pace

Posted by : | On : 02-08-2014 | Comments (0)
Dopo le forti ed accorate parole del Papa, ci vengono spontanee tante riflessioni e tante domande, a partire dai fatti che si stanno svolgendo in Israele e nella striscia di Gaza. E le riflessioni sono un po’ amare: l’uomo sembra avere un bisogno genetico della guerra. Non parlo solo della guerra tra Stati, tra eserciti. Certo, già questa è esecrabile, con il suo carico di lutti, di miserie, con la morte di tanti innocenti (ma adesso li chiamano “danni collaterali” e quindi possiamo stare più tranquilli!). Tuttavia tanti di quelli che condannano, a seconda della preferenza ideologica, gli uni o gli altri, oppure coloro che condannano la guerra in sé e per sé perché non provano a fare un esame di coscienza per vedere se la loro vita è così libera dalla violenza, dal rancore, dai dissidi e dalle discordie? È molto più facile sventolare una bandiera della pace che andare a far pace con il tuo vicino di casa o con il tuo compagno di scuola, verso i quali hai qualcosa da ridire o qualche rivendicazione da fare. Si può forse negare che i nostri condominii, i nostri quartieri, i luoghi di lavoro sono spesso campi di battaglia, dove nascono e si coltivano rancori profondi? E questo non capita anche nella Chiesa, nelle nostre parrocchie, nelle nostre diocesi? Forse ci aiuterebbe il pensare alla sofferenza, soprattutto alla sofferenza dei deboli, degli indifesi. Perché, alla fine, è verissimo quel proverbio africano: “quando due elefanti litigano è l’erba che rimane...