“Il Settimanale” della Diocesi offre sempre notevoli spunti di riflessione. Recentemente mons. Angelo Riva, commentando un intervento del Vescovo all’assemblea dei preti, ha fatto alcune considerazioni particolarmente degne di nota. Dice il direttore: “Il Vescovo ha denunciato il pericolo che le tossine di un certo anticlericalismo strisciante, amplificato dalla grancassa mediatica, stia appestando l’aria che respiriamo andando ad infettare gli alveoli respiratori non del classico anticristo mangiapreti patentato, ma del cristiano medio “messalizzato” e praticante (non esclusi i sacerdoti). Cioè: a furia di sentir parlar male della Chiesa cattolica, c’è il rischio che anche noi un po’ ce ne convinciamo, smarrendo lo smalto, la bellezza, il giubilo, il tripudio, di dirci cristiani e di sentirci appartenenti alla sua Chiesa”. E, a questo punto, ecco un elenco di cattivi maestri che possono indurre in tentazione tanti credenti un po’ troppo ingenui o talmente temerari (non escluso qualche sacerdote) da esporsi al rischio terribile di leggere e ascoltare cose non provenienti da mezzi di comunicazione o persone dotate dell’ “imprimatur” ecclesiastico: “ci sono blog e siti internet che, quando parlano della Chiesa, prefigurano una specie di fogna a cielo aperto… I sommi sacerdoti della UAAR (unione atei agnostici razionalisti) come Piergiorgio Odifreddi e la defunta Margherita Hack… Corrado Augias… la buona stampa, specie di sinistra… l’Illuminismo...
Perché ci arrabbiamo quando troviamo i marciapiedi della nostra stupenda città pieni di escrementi di cane? Perché ci viene spontaneo inveire contro i padroni maleducati e contro quelli che dovrebbero far rispettare le varie ordinanze comunali, ma non si vedono mai? Dovremmo invece ringraziare il Signore se non altro perché non vengono portati a passeggio i gatti. E poi… perché non provare a trovare anche in questa situazione qualcosa di buono? Gli slalom con cambi repentini di traiettoria per evitare all’ultimo momento il “regalino” (che si moltiplica per diversi passi se qualcuno ha già avuto la gioia di metterci un piede) ci invitano a pensare al peccato e a quanta perizia dobbiamo usare tutti i giorni per evitarlo. E se dovesse capitarci di non essere stati sufficientemente attenti, la pulitura delle scarpe (soprattutto se non hanno una suola liscia) sarà un’esperienza talmente orrenda da farci riflettere seriamente sulle conseguenze nefaste del peccato sulla nostra vita e sull’importanza di combatterlo con tutte le nostre forze per evitare i miasmi mefitici dell’Inferno. Ancor di più dovrebbero meditare quelle mamme che osano usare carrozzine e passeggini o quelle anziane che vanno a far la spesa con il carrellino: quando si vedono costrette a scendere in mezzo alla strada o quando (soprattutto con le carrozzine che limitano la visuale anteriore) centrano in pieno con una o più ruote il grazioso frutto canino (anche se, in alcuni casi, viene il dubbio...
Ed eccoci qui, come ormai di consuetudine a ricordare l’estate e il nostro campo estivo. Quest’anno abbiamo fatto un esperimento: due campi in uno! Mi spiego meglio, nella casa grande c’erano i piccoli fino alla seconda media con i loro mitici animatori e nella “succursale” c’erano i grandi, i ragazzi di terza media con quelli di prima e seconda superiore accompagnati dalle loro catechiste. Nonostante fossimo davvero tanti, siamo stati bene e si sono create nuove amicizie. Per i grandi è stata un’esperienza nuova perché la loro giornata era strutturata in modo differente da quella dei più giovani: dopo il lancio dell’argomento veniva dato loro tempo per una riflessione personale aiutati e guidati da passi evangelici, canzoni e domande; nel pomeriggio, divisi nei vari gruppi per fascia d’età, si faceva un dibattito per confrontarsi. Il tema su cui abbiamo voluto soffermarci è la comunicazione, siamo partiti dalla comunicazione visiva, quella del volto, dei gesti, del corpo, per poi arrivare a quella verbale, come noi parliamo e soprattutto come Dio parla a noi. Per essere stato un esperimento, mi sbilancio a dire che il risultato è stato positivo. Abbiamo fatto un percorso di gruppo ma anche individuale che ha voluto offrire tanti spunti di riflessione personale, relazionale ma anche e principalmente volto a capire come Dio sia presente in tutto, anche in un semplice sorriso.
Mara Giacalone
Il camionista eroe, il vigile eroe, i bagnanti eroi… Sembra che la parola “eroe” sia ormai applicabile a chiunque compia un gesto di ordinaria solidarietà o facente parte dei propri doveri. Questo andazzo è iniziato diversi anni fa con il tragico attentato di Nassirya, dove molti nostri soldati erano morti, mentre facevano la guardia alla caserma o erano impegnati nelle loro quotidiane incombenze, travolti dall’esplosione di un camion pieno di tritolo. Senza nulla togliere al grave lutto che colpì le famiglie e l’intero Paese, mi risultò un po’ stonata l’enfasi con la quale furono subito chiamati “eroi” soldati che stavano semplicemente facendo la guardia ad una caserma. Pagavo evidentemente lo scotto di tante letture adolescenziali, soprattutto quelle relative alle due guerre mondiali e alle motivazioni delle medaglie d’oro al Valor Militare concesse (raramente) a militari che avevano compiuto gesti eroici (veri!). Da quel momento l’eroismo è dilagato e tutto è diventato eroico, persino restare un po’ di tempo in coda sull’autostrada al ritorno dalle vacanze. Davanti a quest’orgia di eroismo mi vengono alcuni pensieri.
Se un bagnino è giudicato eroico perché salva due bagnanti in difficoltà vuol dire che è normale il bagnino che continua a sorseggiare la sua bibita lasciando annegare i suddetti bagnanti? Se un vigile del fuoco è un eroe perché salva una persona intrappolata dalle fiamme vuol dire che è normale un vigile del fuoco...
Quando arriviamo ad Assisi, il 26 agosto, è tardo pomeriggio. Le case e le chiese, aggrappate alle pendici del Monte Subasio, si raggiungono con un solo colpo d’occhio.
La basilica di San Francesco e Santa Chiara racchiudono la cittadina avvolta nel rosa delle pietre. Cinque giorni non saranno troppi per visitarla? Il dubbio si allontana appena accolti nel Convento delle suore Angeline, il nostro “campo base”, costruito attorno ad una chiesa del 1000. Assisi conserva una storia millenaria, d’arte, di cultura, di religiosità profonda, dove ogni vicolo e piazza sono stati sorgente di novità.
Per conoscerle da vicino ci vogliono piedi e gambe disposte a camminare, perché così il senso della distanza permette di tuffarsi meglio nella storia, percorsa dalla sofferenza, dalla guerra, dalla derisione, dalla fatica e anche dalla preghiera, dalla condivisione, dalla solitudine, dall’umiltà. Ogni pietra ricorda un miracolo, un evento determinante, un atto ufficiale. Così tra negozi di souvenir e ristoranti tipici si aprono piazze di memoria, facciate di chiese ricamate dal lavoro di sapienti maestri. I giorni volano. E se la storia di Francesco sembrava nota e scontata, con il passare delle ore diventa sempre più nuova e sorprendente.
La guida attenta e celere di don Roberto riesce ad interessare tutti, grandi e bambini. Salite e chilometri di strada scorrono sotto i piedi più leggeri e raggiungono i luoghi da cui il francescanesimo ha preso vita: l’Eremo delle carceri,...
Papa Francesco ci esorta a osservare, sabato 7 settembre, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria: l’invito, lanciato domenica all’Angelus, è esteso a tutti i cristiani, ai fedeli di altre religioni e ai non credenti.
Per questo il Pontefice ha dato appuntamento in piazza San Pietro dalle 19 alle 24 per una veglia di preghiera: la comunità comasca si unisce idealmente al Papa con l’Adorazione Eucaristica che si terrà nella Basilica di S. Fedele dalle 18 alle 24.