Ingenuità, stupore e scandalo

Di : | Il : 22-11-2014

Ingenuo: privo di malizia e incapace di supporla anche negli altri; sciocco; privo di malizia, di furberia; privo di artifici, di ricercatezza.

Chissà che cosa intendeva la persona che l’altro giorno mi ha detto che ormai solo gli ingenui si scandalizzano. Siccome la frase l’ho riferita a me stesso mi sono premurato di consultare il vocabolario e ne ho dedotto che la suddetta persona mi colloca nella categoria degli sciocchi. E devo dire di essere contento di farne parte. Se ingenuo significa essere ancora capace di stupirsi, di meravigliarsi del bene e del male, del bello e del brutto, se vuol dire non rimanere indifferenti e provare ancora qualche emozione, positiva o negativa, allora l’ingenuo è colui che ha mantenuto ancora un briciolo di coscienza, che ha conservato un’etica e riesce ancora a distinguere il bene dal male, meravigliandosi dolorosamente perché così tante persone fanno così tanto male. Come non meravigliarsi e non scandalizzarsi del vergognoso scaricabarile di tutti i politici di ogni ordine e grado davanti alle recenti alluvioni? Sembra che il nostro povero Paese sia stato governato negli ultimi decenni da marziani piovuti da un pianeta lontano e non da coloro che sono ancora saldamente al potere, alla faccia di tutte le presunte rottamazioni. Mantenere la capacità di stupirsi è indispensabile per vedere il bello e non darlo per scontato. Chi l’ha detto che Dio debba per forza farci dei regali? E allora perché non sappiamo gustare le cose semplici eppure così belle che quotidianamente viviamo? Anche negli altri (in tutti gli altri) c’è sempre qualcosa di bello. Non siamo solo un fascio di difetti. Così come negli altri c’è sempre qualcosa di brutto. E non dobbiamo dare nulla per scontato finché siamo in questo mondo. Saperci stupire è davvero indispensabile per cogliere la grandezza e la totale gratuità di un Dio che si fa uomo e muore in croce. Ma ci pensiamo? Dio è diventato uno di noi, ha camminato sulle nostre strade, ha parlato, ha guarito, ha mangiato e ha sudato. Come noi. Dio è stato giudicato, condannato e ucciso: Dio! Se non ci meravigliamo più per questo come potremmo meravigliarci di altro? Forse qualcuno pensa che solo gli sciocchi possono ancora credere a queste cose, gli ingenui che non pensano di poter essere imbrogliati e quindi cadono in trappola perché invece il mondo è pieno di furbi, pronti a dire qualunque cosa per raccogliere un po’ di offerte e fare la bella vita. Sono uno sciocco e ci credo proprio ad un Dio così, che nasce povero e resta povero, che non ha un luogo dove posare il capo, che muore nudo e disprezzato. E mi scandalizzo ancora quando vedo suoi discepoli che fanno della ricchezza e degli onori il centro della loro vita. L’essere tutti deboli e fragili in quanto appartenenti alla specie umana non può farci chiudere gli occhi e il cuore sulle storture nostre e degli altri. Siamo al mondo per aiutare noi stessi e gli altri ad andare in Paradiso e non all’Inferno. Essere indifferenti, non stupirsi e non scandalizzarsi, essere cinici e “navigati” non è il modo migliore per andare e per portare in Paradiso.

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