Greta, Vanessa e Stefano

Posted by : | On : 16-08-2014 | Comments (0)
Greta Ramelli, 20 anni, e Vanessa Marzullo, 21 anni, sono le due cooperanti italiane rapite in Siria. Scrivo in data 10 agosto e spero che quando questa riflessione sarà pubblicata la vicenda si sia felicemente conclusa. Stefano Clerici è assessore alla tutela ambientale al Comune di Varese. E’ un uomo coraggioso, che ha scritto quello che tanti pensano, ma non hanno il coraggio di scrivere: “Ora mi chiedo: per le due sprovvedute (sarò diplomatico) partite per farsi i selfie tra i ribelli siriani è giusto che si mobiliti la diplomazia internazionale? Sì, per carità. Ma che addirittura si ipotizzi il pagamento di un riscatto a spese nostre? Io lo farei eventualmente pagare ai loro ancor più sprovveduti genitori. Umanamente mi dispiace, ma con la guerra non si scherza e da bambine è bene che non si giochi alle “piccole umanitarie”, ma con le barbie. Perché se parti con l’incosciente presunzione di risolvere un problema e poi, paradossalmente, il problema diventi tu, non può essere la collettività a pagarne il prezzo. Ora speriamo solo che tornino a casa sane e salve, che imparino la lezione e che tacciano, perché l’idea che due ragazzine siano in mano a dei terroristi islamici senza alcuno scrupolo mi fa gelare il sangue nelle vene”. Quest’ultima affermazione dovrebbe fugare ogni dubbio sull’appartenenza dell’assessore ad una specie animale dal sangue caldo e, più precisamente, alla specie umana. Ad una specie umana che è infastidita dagli ideali...

Pellegrini o turisti?

Posted by : | On : 09-08-2014 | Comments (0)
C’è UN TERMINE che mi lascia sempre molto perplesso: “turismo religioso”. Quando lo sento mi viene in mente il detto “in mancanza di cavalli fanno trottare gli asini”, cioè mi sembra che ci sia dietro una vaga voglia di accontentarsi, di vedere come positivo il fatto che comunque nelle chiese ci va qualcuno, che comunque tanti vengono a contatto con il cristianesimo attraverso l’arte e quant’altro… E va bene. Mi fa ancora più pensare quando si parla di turismo religioso a proposito di santuari o luoghi molto particolari, come Lourdes, Assisi, la Terra santa. Come si fa, mi chiedo, ad andare da turisti in questi posti? Purtroppo devo spesso arrendermi all’evidenza davanti alla barbarie spirituale e umana di tanti gruppi in piena “caciara” a san Damiano o all’Eremo delle carceri o ai costumini da spiaggia sfoggiati da tante davanti alla grotta di Lourdes o al desiderio di un’esperienza esotica, dove i datteri sono importanti almeno quanto il Getsemani in Terra santa. Riesco ancora a rimanere sconcertato davanti a tutto questo. E i ricordi negativi si intensificano in questi giorni. Stiamo partendo per la Terra santa: con quale spirito? Qualche giorno fa una persona mi ha detto che vedeva quasi come una profanazione il nostro pellegrinaggio in questi giorni di guerra. Certo, sarebbe una profanazione se andassimo da turisti. Il turista farebbe bene a rimanere a casa, a cercare qualche altra meta esotica (le piramidi egizie andrebbero benissimo). Il pellegrino...

Guerra e pace

Posted by : | On : 02-08-2014 | Comments (0)
Dopo le forti ed accorate parole del Papa, ci vengono spontanee tante riflessioni e tante domande, a partire dai fatti che si stanno svolgendo in Israele e nella striscia di Gaza. E le riflessioni sono un po’ amare: l’uomo sembra avere un bisogno genetico della guerra. Non parlo solo della guerra tra Stati, tra eserciti. Certo, già questa è esecrabile, con il suo carico di lutti, di miserie, con la morte di tanti innocenti (ma adesso li chiamano “danni collaterali” e quindi possiamo stare più tranquilli!). Tuttavia tanti di quelli che condannano, a seconda della preferenza ideologica, gli uni o gli altri, oppure coloro che condannano la guerra in sé e per sé perché non provano a fare un esame di coscienza per vedere se la loro vita è così libera dalla violenza, dal rancore, dai dissidi e dalle discordie? È molto più facile sventolare una bandiera della pace che andare a far pace con il tuo vicino di casa o con il tuo compagno di scuola, verso i quali hai qualcosa da ridire o qualche rivendicazione da fare. Si può forse negare che i nostri condominii, i nostri quartieri, i luoghi di lavoro sono spesso campi di battaglia, dove nascono e si coltivano rancori profondi? E questo non capita anche nella Chiesa, nelle nostre parrocchie, nelle nostre diocesi? Forse ci aiuterebbe il pensare alla sofferenza, soprattutto alla sofferenza dei deboli, degli indifesi. Perché, alla fine, è verissimo quel proverbio africano: “quando due elefanti litigano è l’erba che rimane...

Parole forti

Posted by : | On : 18-07-2014 | Comments (0)
Qualche benpensante, in perfetta buona fede e legittimamente, ritiene che non si debba più parlare di abusi sessuali perpetrati da ecclesiastici ai danni dei minori. Meglio tacere, far finta di niente, tenere un basso profilo, fino a quando tutti se ne saranno dimenticati. Tutti, tranne le vittime, ovviamente. Ma questo è un particolare trascurabile: cosa vuoi che sia la sofferenza di diverse migliaia di persone di fronte al “bene” della Chiesa? Papa Francesco non sembra essere della stessa idea e non perde occasione per pronunciare parole molto forti ed impegnative per tutta la comunità ecclesiale. Come quelle frasi dette sull’aereo al ritorno dalla Terra santa, nel colloquio con i giornalisti: “Abusare di un bambino è come fare una messa nera”. Qualche giorno fa il Papa è tornato sull’argomento, incontrando personalmente, e trattenendosi per tre ore in colloquio privato con loro, sei vittime di abusi sessuali compiuti da sacerdoti. Durante l’omelia tenuta in quest’occasione a s. Marta, il Papa ha parlato in spagnolo, come se avesse bisogno di avere l’assoluta padronanza di ciò che diceva, senza dar adito ad equivoci e per soppesare bene parola per parola. Ne è uscito qualcosa di terribile e sublime nello stesso tempo, parole dure e tenere, che dicono il cuore di un padre e pastore autentico (almeno lui!), che fa proprie le sofferenze delle sue pecorelle. Le riporto integralmente, sperando che possano essere motivo di riflessione anche per i benpensanti....

Campi estivi e vacanze

Posted by : | On : 12-07-2014 | Comments (0)
Tempo di campi estivi. E quando ci si sta preparando alla partenza ci si sente dire tante volte : “buona vacanza!”. Ormai non mi irrito neanche più! No, non è vero. L’augurio vacanziero mi suscita ancora un moto di ribellione, pensando a ciò che ha in mente la persona, che l’ha formulato, riguardo al ministero sacerdotale e alla Chiesa stessa. Posto che sarebbe un po’ avvilente essere diventato prete per portare i ragazzi in vacanza, non disconosco il ruolo sociale che una Parrocchia può avere organizzando attività per i  suoi “utenti”, bambini o adulti che siano. E tuttavia continuo a credere che un prete, una Parrocchia, la Chiesa intera esistano per un altro scopo.  Il campo estivo, per esempio, si contraddistingue per una proposta di formazione ad alto livello, con riflessioni, preghiera, Messa. Anche giochi, ci mancherebbe, ma inseriti in un contesto che non li fa essere un semplice passatempo. Otto giorni senza cellulari e giochini elettronici vari, con l’esercizio anche fisico di lavare i piatti e pulire la casa (gabinetti compresi) possono diventare l’occasione per incontrare seriamente Gesù, con il rischio che Lui provochi ad una vita più intensa, ad un salto di qualità, ad un impegno più significativo verso gli altri, a partire dai propri genitori. E, perché no, anche un gusto per la preghiera che può far bene persino durante l’anno scolastico. Insomma, come dice il Papa, la Chiesa non può ridursi ad una grande ONLUS, benemerita finché...

Incontri

Posted by : | On : 05-07-2014 | Comments (0)
Gita del Grest: fonte Gajum, oasi naturalistica, rifugio “Terz’alpe”. Pioggia per tutta la mattina, così, concentrati sull’acqua che si fa beffe di k-way e ombrellini, non si pensa più di tanto alla consistente salita che si sta affrontando e si diradano assai le domande con lo stesso contenuto: “quanto manca?”. Verso mezzogiorno spiove e si arriva al rifugio bagnati, ma ringalluzziti da questa tregua (che durerà per il resto della giornata) concessa dalle nuvole, che, basse, continuano a girare attorno al centinaio di temerari che si sono avventurati in questi monti. Si può tirare il fiato e recitare la preghiera prima del pranzo a base di lauti panini preparati dalle solerti mamme. E mentre ragazzi e animatori iniziano a mangiare, il prete viene affiancato da un signore di una certa età, attrezzato di tutto punto per una gita in montagna, che poco prima era seduto sul muricciolo e si stava sistemando gli scarponi. Senza quasi fermarsi, il signore sussurra all’orecchio del prete: “finché si vedrà un prete con un gruppo di ragazzi si potrà continuare a sperare”. E via, senza aspettare una risposta. Incontri strani, in montagna. Incontri che fanno riflettere. Quella frase, detta da una persona sconosciuta che ha voluto rimanere tale, mi ha provocato a pensare alla speranza, alla figura del prete, alle attese del Popolo di Dio, all’immenso lavoro educativo svolto dalla Chiesa. E’ vero, ci sono anche le mele marce, che purtroppo fanno tanto rumore, ma...