Gioia

Di : | Il : 11-04-2015

“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù”. E’ l’inizio dell’Evangelii gaudium. Ed è un inizio che vale la pena considerare in questo tempo di Pasqua. La gioia dovrebbe essere una delle caratteristiche del discepolo di Gesù. E invece sembra essere merce così rara. Capita spesso di incontrare ferventi cattolici, che frequentano assiduamente la Messa, che partecipano attivamente alla vita delle parrocchie, dei movimenti, delle associazioni, che si formano attraverso letture e incontri e che non sono capaci di sorridere e, men che mai, di ridere. Quasi che questi movimenti dei muscoli facciali siano uno sforzo immane, fuori dalla portata di chi è intelligente e conosce il viver del mondo e della Chiesa. Certo, le notizie che ci vengono date sul mondo e sulla Chiesa non portano all’ottimismo. Ma siamo sicuri che queste notizie sono le uniche? Basterebbe guardarsi attorno con un po’ di attenzione per scoprire schiere di persone dedite al bene, che costruiscono una società e una Chiesa più belle, più solidali, più in linea con il progetto d’amore di Dio. Certo, queste schiere di persone non fanno rumore, non vanno in televisione, non si fanno pubblicità. Eppure esistono, vivono accanto a noi. Queste persone siamo anche noi! Constatare la diffusione del bene dovrebbe aiutarci ad essere un po’ meno profeti di sventura e un po’ più uomini e donne di speranza. Dovrebbe farci guardare la storia del mondo come il luogo dove si dispiega la Provvidenza di Dio, che guida l’umanità verso una meta di salvezza. Tutto questo senza essere ingenuamente irenici, senza chiudere gli occhi sul male, senza escludere per principio l’azione di Satana. Tuttavia, sapendo che il grano e la zizzania dovranno convivere fino al giorno del Giudizio, non possiamo far finta di non vedere il tantissimo bene che Dio semina nel mondo e che lo Spirito Santo fa crescere ed irrobustisce. Dio agisce sempre e la Sua azione è potente, pur seguendo sentieri misteriosi. La tentazione dello scoraggiamento, della malinconia, della tristezza esistenziale è quella di cui il diavolo si serve per togliere energia e voglia di combattere ai discepoli di Gesù. Ecco perché i musi lunghi, i cristiani perennemente in Quaresima, che non si accorgono mai che Qualcuno è risorto, fanno un pessimo servizio a sé stessi e alla Chiesa. Ostinandosi a non vedere il bene negano implicitamente l’azione salvifica di Dio, Lo riducono ad un poveretto che non può nulla contro il male, riducendosi a tollerarlo perché in realtà non può sconfiggerlo. Continua l’Evangelii gaudium: “Coloro che si lasciano salvare da Gesù sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”. Forse il segreto è “lasciarsi salvare”, senza troppe resistenze, fidandoci di Lui. E qui sta il problema: ci fidiamo davvero di Dio? E come possiamo essere gioiosi se non abbiamo l’assoluta certezza della Sua fedeltà misericordiosa? Se non siamo convinti che Lui vuole e realizza sempre il nostro bene? Quando non ci fidiamo di Dio siamo inevitabilmente preda della tristezza e del vuoto interiore.  

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