L’omelia di don Roberto nel giorno del saluto

Di : | Il : 10-10-2015

Pubblichiamo il brano di Vangelo e l’omelia integrale tenuta da don Roberto Pandolfi domenica 13 settembre 2015, giorno del saluto alla comunità di S. Giuliano.

XXIV  DOMENICA ANNO B  -  Letture Is 50.5-9a  -  Sal 114(116)  -  Gg 2.14-18  -  Mc 8,27-35

27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà». 

 

<<Mi spiace per i ragazzi e i bambini, ma oggi non farò la predica con le domande. Accidenti!!!

Mi sembra una lettura del Vangelo molto adatta a oggi questa che abbiamo ascoltato perché, perché vengono nella vita dei momenti che bisogna decidere se stare con Gesù, cioè ragionare secondo Dio, oppure stare con Satana, cioè ragionare secondo gli uomini. Pietro, poveruomo, non ragiona secondo Dio; ragiona secondo l’uomo. Io penso, ma perché penso a me prima di tutto in questo momento, magari qualcuno ce l’ha la tentazione di ragionare secondo gli uomini. E’ la prima volta che mi capita di lasciare un oratorio, una parrocchia senza poter dare al mio successore, almeno, gli elenchi dei collaboratori, perché non c’è il successore. E questi sono pensieri secondo gli uomini. I pensieri secondo gli uomini ci fanno venire pensieri di insipienza, di dilettantismo; ci fanno venire pensieri di disinteresse; ci fanno venire pensieri di superficialità; ci fanno venire pensieri di disubbidienza da parte di chi ha promesso obbedienza. I pensieri degli uomini sono i pensieri degli uomini! E noi oggi li cacciamo via perché sono pensieri di uomini. Perché non possiamo fare come Pietro che lo chiama da parte e gli fa: “Ma cosa stai dicendo?… Messia e sofferenza… che cosa!? Stai zitto!…” Noi non possiamo correggere Gesù. Noi non possiamo correggere Dio. Quando Gesù dice ”Voi chi dite che io sia? Lasciate stare la gente. La gente ne dice una, ne dice un’altra… Voi chi dite che io sia!?”  Noi, adesso, che cosa pensiamo? Noi pensiamo che Dio è grande nell’Amore! Sempre! Noi ci fidiamo di Lui. Noi sappiamo che il Signore non fa niente per caso. Quel detto dei nostri vecchi: “Non cade foglia che Dio non voglia.” Noi siamo qui oggi per dire al Signore “Vogliamo pensare come pensi Tu. Vogliamo cogliere il buono, il bello, il positivo in una situazione che, se pensiamo secondo gli uomini, non ha tanto di bello, di buono e di positivo.” E allora scopriamo delle cose fantastiche. Scopriamo che voi, come diceva monsignor Maggiolini, “Christifideles laici” della parrocchia di San Giuliano, oggi avete la grande opportunità di dimostrare a tutti che cosa vuol dire essere discepoli di Gesù in pienezza. Che cosa vuol dire essere Battezzati e quindi Sacerdoti, Re e profeti. Voi avete nelle mani il futuro di pochi giorni, di pochi mesi, di anni (non lo so) di questa parrocchia. Questi bambini, questi ragazzi ce li avete in mano voi. Voi (rivolgendosi anche al gruppone di giovani, seduti per terra all’entrata laterale), voi, anche voi che siete qui, eh! Voi ragazzi animatori delle superiori. Sono vostri! Potete dirlo adesso in pienezza: sono vostri!  Allora, allora vuol dire che questa è una grande opportunità! Vuol dire che i catechisti faranno ancora i catechisti. Vuol dire che gli animatori faranno ancora gli animatori; che il coro farà ancora il coro; i lettori, i lettori ecc. ecc. ecc. Vuol dire che, se voi volete, se voi volete seguire Gesù, nulla si fermerà… nonostante… nonostante. Nulla si fermerà! Ecco la grande opportunità che il Signore offre a questa comunità. Siete fortunati!, per usare un’espressione pagana. Siete benvoluti da Dio, perché vi mette nelle mani un regalo grandissimo; non avete più, per qualche tempo, un parroco. Non opponetevi all’azione dello Spirito Santo; questo è lo Spirito Santo! Accoglietela, vivetela! Ricordatevi la seconda lettura: “La fede senza le opere è morta.” E forse sarà il caso, forse sarà il caso che tante altre persone qui presenti pensino a come poteri darsi da fare. Non solo come sostegno nella preghiera, ma come presenza anche fisica, concreta… ”Ci sono anch’io!” C’è bisogno di pulire la chiesa, “Sono qui!” Non accontentatevi delle 150 persone che questa parrocchia l’hanno portata avanti in questi anni. Come ho già detto più di una volta, citando quel Sant’uomo di prete valtellinese abituato agli allevatori della Valtellina: “La parrocchia non è solo una mucca da mungere. Ogni tanto bisogna darle anche un po’ di fieno; perché, se no, di latte non ne fa più.” Allora, guardate quanti siete qui; centinaia di persone. Se ognuno dà un po’ di fieno… ma questa mucca diventa una cosa fantastica!

Seconda cosa: grazie! Grazie, perché in questi anni mi avete permesso da fare il prete, perché avete  fatto tutto voi e mi avete dato la possibilità, in questi anni, di ascoltare. Di ascoltare, di benedire, di assolvere. Più di 2.000 persone, in questi anni; ne sanno qualcosa le segretarie che prendevano gli appuntamenti. Mi avete permesso di esprimere in pienezza quello per cui sono diventato prete; che, non è fare l’economo; che non è fare l’architetto; che non è fare l’ ingegnere; che non è fare le fotocopie; che non è decidere che canti fare la domenica. Il prete è un’altra cosa. E voi mi avete permesso di fare quest’altra cosa. E’ stata per me un’esperienza bella e grande essere qui con voi. Penso davvero che, questa parrocchia, (lo dico a bassa voce), tra tutte quelle che ho avuto, che il Signore mi ha affidato, sia stata proprio una parrocchia dove, dove ho fatto il prete. E questo, davvero, è molto bello e vi ringrazio.

L’ultima cosa. Vado via, da questa parrocchia, senza rimpianti; nel senso che rifarei tutto quello che ho fatto! Tutto! Con buona pace di chi non è stato d’accordo su alcune cose; di chi ha, giustamente (per carità), criticato. Tutto quello che ho fatto e ho scritto, lo rifarei e lo riscriverei. Sono, sono da punire perché non mi pento di nulla. (risatina generale) Ecco, allora, allora direi: ci lasciamo con serenità, perché? Perché, io, voi tutti siamo di Dio e Dio conta i capelli del nostro capo: Dio non lascia mai i suoi figli senza il suo Amore. E questa credo debba essere l’unica autentica certezza che ci portiamo dentro. (Lunghissimo applauso) Manca solo la ola!>>

Credo…

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