Affitti

Di : | Il : 27-06-2015

Incredibile! 7.066 case del Comune di Roma sono affittate a 7,75 euro al mese. Sì, avete capito bene: 7,75 euro al mese! Circa 15.000 delle vecchie lire. Ovviamente il patrimonio immobiliare del Comune di Roma è immenso: 42.455 immobili. Tra i quali alcuni sono adibiti a sedi di partito (il PD in via dei Giubbonari, vicino al ministero della giustizia, paga un canone di 200 euro mensili), alcuni sono bar (uno vicino a Villa Glori paga 26 euro mensili) altri ristoranti (uno in via Appia Antica sborsa la tremenda cifra di 258 euro mensili!). In conclusione, il Comune di Roma nel 2013 ha ricavato dal suo patrimonio immobiliare circa 27,1 milioni di euro (media di 52 euro al mese per ogni immobile), spendendone, nel 2014, 138,9 per le manutenzioni. Senza contare che il Comune prende in affitto per sé e i suoi vari uffici 4.801 appartamenti con un canone medio di 364 euro mensili, sborsando ai privati (solitamente le grandi famiglie di costruttori ed immobiliaristi!) proprietari degli immobili la somma totale 21 milioni annui. Solo ultimamente, poi, sono iniziate le verifiche per controllare se gli assegnatari degli appartamenti  fossero in possesso dei requisiti richiesti (reddito e quant’altro): è saltato fuori che su 96 famiglie (96!) controllate 39 non avrebbero avuto diritto all’alloggio. Ovviamente è sempre opportuno fare i controlli dopo e non prima. Così, adesso, chi li libera quegli alloggi? Non so quale sia la situazione degli altri Comuni in Italia, ma posso immaginare. Favori agli amici, raccomandazioni, spintarelle, pratiche favorite e altre insabbiate, quando non vera e propria corruzione sono all’ordine del giorno, stando alle notizie fornite dalla stampa. E tutto questo oscura il lavoro onesto di tanti. Grazie al Cielo ci sono ancora persone che hanno a cuore la giustizia, che svolgono i propri compiti con dedizione e autentici sacrifici. Ma purtroppo la presenza delle mele marce rischia sempre di rovinare il lavoro di tutti, generando la pessima idea, nella cosiddetta “opinione pubblica”, che tutti sono disonesti, corrotti e chi più ne ha più ne metta. Forse occorrerebbe che la maggioranza silenziosa, quella degli onesti, fosse un po’ meno silenziosa e cominciasse a manifestare in qualche modo eloquente la propria richiesta di onestà e trasparenza. Spesso l’intreccio tra politicanti e burocrati con pochi scrupoli porta danni enormi alla collettività. Perché votare gli uni e mantenere al proprio posto gli altri? Perché non denunciare le mancanze di cui si hanno le prove? Il male prospera nel silenzio e nelle tenebre. E non portarlo alla luce significa, alla fine, esserne complici.

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