Parrocchia: benedizioni e dibattiti

Posted by : | On : 02-03-2014 | Comments (0)
Una volta si chiamavano “benedizioni delle case”, poi si è passati a “benedizione delle famiglie” e con questa dicitura si tende a proseguire ancora oggi. Una tendenza che mi sembra ormai fuori luogo, pensando anche solo alla realtà della nostra Parrocchia. Se dovessi benedire solo le famiglie incontrerei sì e no la metà dei parrocchiani. Già, perché ci sono le persone che vivono sole, che non hanno mai avuto o non hanno più una persona accanto. Ci sono quelle che la dottrina cattolica non definisce “famiglie”, preferendo il termine “coppie di fatto”: dovrei evitare di suonare il loro campanello? Dovrei dire che la benedizione di Dio è per alcuni e non per altri? E’ solo per i bambini delle coppie regolari e non per quelli delle coppie irregolari? E poi ci sono tutti coloro che nel territorio della Parrocchia lavorano: negozi, uffici, studi professionali, officine vedono la presenza di decine di persone ben contente di ricevere la benedizione, ma propriamente non qualificabili come “famiglie”. Che dire, infine, degli animali? Ebbene sì. Nella mia ormai lunga vita sacerdotale mi è capitato spesso di benedire cani, gatti, conigli e anche qualcosa di più impegnativo tipo mucche, cavalli, pecore, capre e persino iguane. Animali che per qualcuno costituiscono l’unica compagnia e per altri sono fonte di sostentamento, ma che non rientrano nella nozione comune di “famiglia”. Quest’anno, dunque, sono in difficoltà a trovare il complemento di specificazione...