Dito medio e affini

Di : | Il : 17-05-2014

Era il 26 ottobre del 2005 e la senatrice Vittoria Franco, nominata (da Piero Fassino!) responsabile nazionale DS per la cultura, dichiarava, a commento del gestaccio di Daniela Garnero in arte Santanchè che aveva mostrato il dito medio agli studenti manifestanti davanti a Montecitorio: “Il gesto di Daniela Santanchè nei confronti degli studenti è rozzo e volgare. Dimostra tutto l’autoritarismo della destra. Ciò che mi turba è che un gesto del genere venga da una deputata e cioè da una persona che per il ruolo che ricopre dovrebbe dimostrare ai giovani capacità di ascolto. Si tratta invece di un gesto volgare e rozzo, che dimostra la chiusura e tutto l’autoritarismo della destra nei confronti di studenti che stanno semplicemente manifestando la loro voglia di partecipare alla vita della scuola e dell’università italiane. E’ chiaro che questa destra è davvero lontana dal sentire del Paese”. Povera senatrice: che cosa dire davanti allo stesso gesto rozzo e volgare fatto dal sindaco di Torino, Piero Fassino, ad un gruppo di tifosi del Torino che lo contestavano e pronunciavano epiteti non propriamente nobiliari sui suoi parenti più stretti? Ebbene sì. È caduto anche questo tabù! La sinistra si scopre rozza e volgare tanto quanto la destra. Bei tempi quando ad essere rozzi e volgari erano Bossi, Calderoli e Borghezio. D’altronde che educazione dovevamo aspettarci dai leghisti, personaggi in fondo simpatici, non troppo amici del bon ton, ma onesti, lavoratori, schietti, tutti impegnati a combattere contro Roma ladrona. E si sa che in una guerra non si può andare troppo per il sottile. E’ finita come è finita: Belsito, le lauree in Albania, i diamanti, gli investimenti in Africa… in un tragicomico teatrino molto italiano, dove tutti tengono famiglia. Poi fu la volta delle destre. E così ecco i pasdaran Santanchè e Gasparri, rotti a tutte le situazioni e a tutti i pericoli per difendere il capo, mostrare il dito medio a sfrontati contestatori. Dito medio che si è impudicamente sollevato, però, anche nella mano di Formigoni (un cattolicone come lui?!) e dello stesso Berlusconi, l’uomo che dell’eleganza (soprattutto durante le “cene”) ha fatto una vera e propria filosofia di vita. Infine arrivò il grillaccio, quel comico prestato alla politica che fece dell’invettiva grassa e provocatoria il suo verbo. Pochi hanno notato che il brizzolato genovese, a differenza degli altri, se la prendeva non con i cittadini, ma con i politicanti e i loro sodali, ma tant’è: la volgarità è volgarità, sempre e comunque. Resisteva la sinistra: autolesionista finché si vuole, ma sempre aristocratica, capace di autocontrollo anche nelle situazioni più difficili, con un aplomb che non viene meno neanche nelle sconfitte più brucianti come nelle vittorie più inebrianti. E poi… arriva Fassino a distruggere un mito, una ontologica diversità, che ormai aveva solo la buona educazione a cui aggrapparsi, dopo che aveva ceduto sulle tangenti, le collusioni con i sistemi mafiosi, i metodi dittatoriali delle espulsioni (già, perché anche nel PD vengono espulsi quelli che “dissentono”, eccome!). Povero Fassino! L’ha combinata proprio grossa: perdere così il controllo, un politicante navigato come lui. E, come se non bastasse, ha anche negato, almeno all’inizio. “Non ho rivolto alcun gesto offensivo nei confronti dei tifosi del Torino” è stata la sua dichiarazione a caldo. Esattamente come fanno i bambini che, sorpresi con le dita e la bocca sporchi di Nutella e con il vasetto ancora in mano, negano categoricamente di averla mangiata. Certo, con tutto quello che stiamo vedendo in questi giorni tra ex ministri dell’Interno arrestati per concorso esterno in associazione mafiosa, ex deputati ed ex senatori latitanti all’estero, mazzette chieste e ricevute da personaggi che dovevano ritirarsi in un eremo a far penitenza per il resto della vita, che cosa è un piccolo, innocente gestaccio? Forse niente. O forse è il simbolo più eloquente di come i politicanti (non tutti, continuo a fatica a sperare) considerino i cittadini, di cui dovrebbero essere a servizio.

A margine delle penose vicende di questi giorni, però, una piccola soddisfazione noi cattolici possiamo togliercela. In una intercettazione Gianstefano Frigerio, deputato di Forza Italia dal 2001 al 2006, condannato tre volte per un totale di 6 anni e 8 mesi, non scontati in carcere, ma ai servizi sociali, ovviamente per la sua rieducazione e il reinserimento (forse nel sistema tangentizio!) e ora nuovamente arrestato, dice ad un imprenditore: “Non c’è protezione in Vaticano perché là il Papa nuovo se ne strafrega del mondo italiano…”. Par di intuire di quale mondo italiano il Papa non si interessi e sembra ancora più giustificata la scelta del Conclave che ha eletto l’Arcivescovo di Buenos Aires, un uomo dell’altra parte del mondo, così lontano, non solo geograficamente, da certo sottobosco vaticano e italiano. Ma è meglio non pensare al passato. Guardiamo al futuro. Con speranza e fiducia.

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