Un uomo di nome Francesco/1

Di : | Il : 25-05-2013

Quanto entusiasmo nei confronti di questo Papa!

Siamo abituati (e non è detto che sia una buona abitudine) a fare paragoni, che, ovviamente riflettono i nostri gusti. Ecco allora che ad un Papa schivo e timido, più portato ai piccoli consessi teologici e alle lezioni universitarie che alle grandi folle plaudenti e un po’ scomposte, preferiamo istintivamente il Papa che si butta in mezzo alla gente, che si fa popolo, che usa  un linguaggio semplice e schietto, che appare come uno di noi. Un Papa uomo.

Mi ha molto colpito il tono enfatico, con tanto di foto, con cui molti quotidiani hanno commentato una grande “impresa” di Papa Francesco: ad un certo punto, mentre salutava i malati, ad una signora in carrozzella è caduta la borsa per terra e il Papa l’ha raccolta, porgendola alla signora. Tutto qui? Tutto qui. Verrebbe da stupirsi che ci si stupisca! Che cosa avrebbe fatto qualunque persona normalmente ben educata? Avrebbe raccolto la borsa! Ma se lo fa il Papa diventa un gesto eccezionale. A questo punto mi vien da pensare a quanta fatica facciamo, anche noi cattolici, a vedere il Santo Padre come una persona normale, che mangia, dorme, prega, ha i suoi pregi e i suoi difetti e… raccoglie le borse da terra.

Papa Francesco sta portando una ventata di freschezza e di spontaneità in una Chiesa che stava procedendo un po’ ingessata, una Chiesa che appariva stanca, accasciata, in caduta libera di consensi e di credibilità (non dimentichiamoci che nel 1998 l’ 87% degli italiani dichiarava di avere fiducia nella Chiesa Cattolica, mentre nel 2012 la percentuale è scesa al 36%!). In una Chiesa che veniva percepita come ripiegata su se stessa, tutta presa dalle proprie beghe teologiche e di cortile, sempre più lontana dalle persone reali, molto intellettuale e poco pastorale, la figura di questo Papa può davvero portare un recupero di autostima, ma anche di autentica conversione (perché l’autostima, da sola, diventa ottusa presunzione ed impedisce di vedere ciò che non va). E ci auguriamo che tutti sappiamo sfruttare questa grande opportunità di cambiamento, cacciando via la tentazione di usare il Papa come un bellissimo tappeto sotto il quale nascondere la sporcizia della casa e poter così dire: “Va tutto ben, madama la Marchesa!”. D’altronde qualche avvisaglia di questa tentazione in alcuni commentatori c’è già e, grazie a Dio, Papa Francesco, oltre ai gesti di vicinanza, di compassione e di consolazione verso i più deboli, ha preso anche dei provvedimenti non tanto pubblicizzati, ma certamente molto importanti: la nomina di otto Cardinali in qualità di consiglieri anche per la riforma della Curia romana, l’eliminazione del bonus di 25.000 (venticinquemila) euro annuali  percepiti da ciascun Cardinale facente parte del consiglio di amministrazione dello IOR (dovranno accontentarsi dello stipendio mensile di 5.000 (cinquemila) euro) e, infine, il periodo di penitenza e di ritiro (chissà se a pane e acqua!) immediatamente comminato al cardinale O’Brien, Arcivescovo di Edimburgo e Primate di Scozia (quello che non aveva partecipato al Conclave perché denunciato, lui che si scagliava contro gli omosessuali, da quattro sacerdoti con i quali ha avuto “approcci” sessuali). Queste decisioni di Papa Francesco fanno ben sperare  per la riforma morale delle gerarchie ecclesiastiche già avviata con forza da Benedetto XVI.

Non so se Francesco sarà qualificato come un grande Papa: di certo sta dimostrando di essere un uomo autentico, capace di farsi prossimo, di proporre una povertà che in prima persona si sforza di vivere. Forse anche per questo è entrato subito nel cuore di tanti che hanno bisogno di punti di riferimento, di vedere e incontrare uomini di Chiesa coerenti e credibili e non farisei che dicono e non fanno. 

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